La passione che ho nel cuore
contro il cuore ora mi stringe
per i tuoi sottili, accorti
vili insegnamenti. E prima
hai stregato me, e Tristano
dopo, e il re allo stesso modo.
Tu, sei stata tu che hai detto
falsità, che il re hai tenuto
nellerrore e me nel gioco
di un amore senza fine!
THOMAS, Tristano e Isotta
Introduzione e traduzione
di Fabio Troncarelli
Garzanti, Milano 1979 (IX ed. 2002), (I Grandi libri, 235), pp. XXXIV + 126
ISBN 881136235-0
Un giovane poeta..in versi così dolcemente sfioranti la prosa senza perdere il ritmo A. BERTOLUCCI, in La Repubblica, 9 /8/ 1979
1981
Tradizioni perdute. La «Consolatio philosophiae» nell'Alto Medioevo
Antenore, Padova 1981 (Medioevo e Umanesimo, 42), pp. XIV+206, ill.
ISBN: 88-8455-034-3
1983
Le streghe
Roma, Newton Compton 1983 (seconda edizione 1992), pp. 188
ISBN 88-28-MR-009
Si tratta di unopera che assolve ad un duplice compito:
quello di far da guida alla bibliografia sulla stregoneria
e di costruire una buona antologia, spesso inedita, di documenti
originali sulla persecuzione delle streghe [ ] Troncarelli allinea molto
materiale Come egli scrive: le streghe devone essere inventate per essere bruciate
M. BELPOLITI, IN IL MANIFESTO, 30/9/1983, p. 7
1985
Stasera avrei voglia di una ragazza
Furba come la luna,
come la luna perfetta
a nascondersi e a sorridere.
Stasera sono perfetto e farò il furbo
Con le ragazze che hanno voglia!
Stasera sono una ragazza che ha la luna
Troppo furba per avere voglia di essere perfetta.
Stasera sono la luna.
E vorrei essere perfetto come una ragazza furba.
Oh! Stasera! Stasera! Stasera
Con questa luna sempre in mezzo ai piedi
Avrei tanta voglia di sorridere
E so solo nascondermi.
Discrezione
Lalli, Siena, 1985, pp. 75
POESIE
Questo libro ha vinto il Premio Arsita-Città di Penne, 1985
La poesia di Troncarelli ha un suo timbro forte e
deciso che nasce da macerazioni lente, da verifiche e da confronti D. MAFFIA in Poeisis, 26-27(2003), p. 63
Aa. Vv., La città dei segreti. Magia, astrologia, cultura esoterica a Roma (XV-XVIII)
a cura di Fabio Troncarelli,
Franco Angeli, Milano, 1985, pp. 380
Il marchio di fabbrica (in questo caso il curatore di questo
volume di saggi) è buono. Fabio Troncarelli, filologo, esploratore di lidi
culturali dove di solito la gente bennata non ha né il gusto né la fantasia
di addentrarsi, autore di un volume ponderoso su Boezio ma anche di un
godibilissimo saggio sulle streghe, ha raccolto per noi una serie di
contributi in un volume ... serio e di alta qualità.
F. CARDINI, IN LEuropeo, 14/12/1985, p. 137
1986
Boethiana Aetas. Modelli grafici e fortuna manoscritta della
Consolatio Philosophiae tra IX e XII secolo
Edizioni dellOrso, Alessandria, 1986, pp. 356
1988
Stella polare
Il Bucaneve, Roma, 1988, pp. 113
ROMANZO
1991
MARY SHELLEY , Frankenstein ovvero Il moderno Prometeo
Introduzione di Maria Paola Saci.
Traduzione di Maria Paola Saci e Fabio Troncarelli
Garzanti, Milano, 1991 (IX ed. 2003), (I Grandi Libri, 440), pp. XXXII + 232
ISBN 881136440-X
1993
Il ricordo della sofferenza. Le Confessioni di sant'Agostino e la psicoanalisi
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1993, pp. 194
ISBN 88-7104-617-X
Best-seller in grado di sfidare anche l'effimero postmoderno, le "Confessioni"
agostiniane ben si prestano a una lettura in chiave psicoanalitica. Ciò che
contraddistingue il tentativo di Troncarelli è lo sforzo di coniugare in modo rigoroso
psicoanalisi e storia. Certo, i morti non si lasciano psicoanalizzare; e le regole del
genere letterario si impongono come forche caudine che riplasmano e codificano, secondo
modelli retorici ben noti a un virtuoso della retorica antica come Agostino, qualunque
flusso inconscio; il solipsismo autobiografico che alimenta questo particolare "romanzo
di formazione" può compensare la perdita del transfert, solo in parte supplita dalla
profonda empatia che lega l'autore al suo prestigioso "paziente". Ma "il cuore ha le sue
ragioni": e le ragioni del cuore agostiniano che sono sedimentate nelle sue "Confessioni",
sono da ricercarsi nel suo rapporto con l'invadente madre. Inizia a questo punto
un'avvincente ricostruzione di questo complesso e difficile rapporto, che getta luce sulle
tortuosità psicologiche di Agostino. G. FILORAMO, in L'Indice, 1993, n.11
1994
Le maschere della malinconia. John Ford tra Shakespeare e Hollywood
Dedalo, Bari, 1994 (Ombra Sonora, 29), 144 p., ill.
ISBN 88-220-5029-0
John Ford non è solo sinonimo di "vecchio West" e neppure è il tipico regista di
Hollywood: è stato un grande artista, un grande poeta in incognito, con la maschera
dell'uomo d'azione rude e sbrigativo, del regista di cassetta, del- l'artigiano senza
pretese. Questa maschera nasconde una profonda cultura: una cultura teatrale nutrita di
Shakespeare ed una cultura pittorica, nutrita dei grandi artisti europei ed americani del
secolo scorso. Il libro cerca di to- gliere la maschera al vecchio regista e rivela le
sue fonti, i suoi sentimenti segreti. Chi era veramente Ford? Perché portava una maschera?
Solo la lettura attenta dei suoi film e della sua biografia ci permette di rispondere a
simili domande.
Questo libro ha avuto la MENZIONE SPECIALE?
al Premio Umberto Barbaro, Roma 1995
1995
Memorie di un paleografo
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1995, pp. 100
ISBN 88-81114-007-1
Un giovane cerca di trovare la sua strada e passa da
una dottrina all'altra, da un sapere all'altro senza pace.
Le sue peregrinazioni lo portano attraverso l'Europa, in biblioteche
e istituti di cultura: egli lì fa conoscenza con mitici personaggi,
che gli dischiudono il segreto del sapere. Ma questi grandi uomini,
siano essi veri o inventati, non sono in grado di appagare la sete di
conoscenza del protagonista.
Il paleografo Troncarelli, nato nel 1948 e ora professore
all'Università di Viterbo, ha raccontato il percorso di un giovane
paleografo che molto gli assomiglia. Arriva all'università "con la testa
piena di nuvole"; cresce modellandosi su "tre grandi Giorgi",Giorgio Cencetti,
Giorgio Pasquali, Giorgio Falco; va peregrinando per biblioteche e istituti di
cultura, da Roma a Pisa a Parigi a Londra; e dappertutto incontra maestri illustri,
viventi o morti, e cerca di carpirne il segreto.Il segreto del mestiere? o della vita?
Ma, che quest'ultimo e vero obiettivo debba andare fallito, lo capiamo subito,
incontrando a pagina 17 il suicidio del filologo massimo Edward Fraenkel, ottantadue anni.
Il libro è un romanzo di formazione; è un'autobiografia, che non segue però il filo
conduttore del semplice vissuto. Ha un gioco più complicato e ce ne avverte
Troncarelli stesso con un bell'incipit perentorio e a sorpresa: "Faccio il bibliotecario,
come Borges e Mao-Tse-Tung". Il borgesiano paleografo e bibliotecario, muovendosi
agile dall'uno all'altro tempo e luogo, rimescola cose viste, o solo immaginate,
e le riordina in lampeggianti sequenze di fatti e figure. Ecco il Sessantotto
romano e i suoi protagonisti, Scalzone, Ramundo, Mordenti, Boato, nomi che bastano
a far scattare fantasiose e non arbitrarie analogie (un fratone, un torero, un
polemista aggressivo, un fuoco fragoroso ed effimero). E i maestri presuntuosi o
dimessi, orchetti in panni quotidiani, Gombrich a Londra, Chenu e Althusser a Parigi;
e i codici francesi, che sono "veloci, duri, nervosi, aggressivi", e i manoscritti
gotici, dove le lettere sprigionano una "foresta spessa e viva" di smaglianti
decorazioni; sempre andando per città e campagne, in mezzo a paesaggi con i bei
colori o la pioggia, e i cibi e le macchine, l'ansia della gente, e insomma
"la disperazione di un'esistenza borghese". Poche storie universitarie riescono,
come questa, a riassumere un'esperienza globale del corpo e della mente. E poche,
come questa, esprimono il senso di morte, il cuore di tenebra, la nostalgia della
memoria e della scrittura che ne sono i deboli esorcismi.
L. DE FEDERICIS, in L'Indice, 1996, n. 6
La comunicazione scritta
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1995, pp. 176
ISBN 88-7104-855-5
Si parla molto di comunicazione nel mondo moderno,
ma assai poco della storia della comunicazione,
soprattutto di quella scritta. Se si percorre questa storia ci
si rende conto che alcuni problemi sono sempre gli stessi, ma altri
invece variano nel corso del tempo in rapporto a grandi mutamenti
socio-cul- turali. La frattura tra mondo antico e mondo medievale si
avverte anche nella difficoltà di comunicare; la differenza tra mondo
medievale e mondo moderno passa attraverso l'invenzione di nuovi modi di
comunicare per iscritto, dalla stampa fino al fax.
1998
Vivarium : i libri, il destino
Brepols, Turnhout , 1998 (Instrumenta patristica, 33) pp. 107, [41] S., ill.
ISBN 2-503-50676-3
There is much value in this study and many insights and facts that will be
of considerable importance to any future study of Cassiodorus [ ]. This monograph
will be essential for anyone interested in the development of Christian studies in
late antiquity
J. H. HALPORN, in Bryn Mawr Classical Review, 1998
AA. VV., Il flauto magico. Il frammento
Presentazione di Fabio Troncarelli
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 1998, pp. 169
1999
Paleografia Latina Medievale
Introduzione bibliografica
con supplemento 1982-1998
Autore: Leonard E. Boyle O. P.
Versione italiana di Maria Elena Bertoldi
Presentazione di Fabio Troncarelli
Quasar, Roma, 1999, pp. 494
ISBN 88-7140-144-1
È ledizione italiana dellopera ormai classica di Leonard E. Boyle, Medieval Latin
Paleography. A Bibliographical Introduction, pubblicata nel 1984 dalla Toronto University
Press. Fabio Troncarelli, dellUniversità di Viterbo, presenta lopera di Boyle nellambito
degli studi di paleografia latina e completa il volume con unampia appendice di aggiornamento
della bibliografia dal 1981 lettori, quellarea intermedia tra lautore ed il fruitore di un
testo, nella quale si verifica la comunicazione. Il libro di Boyle è uno strumento prezioso
per percorrere tutte le strade possibili del viaggio nel territorio della storia della
scrittura. Il lettore viene introdotto alla materia attraverso le opere istituzionali ed è
libero di seguire la sua aspirazione o le sue necessità in sé e per sé; avventurandosi sulla
via degli aspetti materiali della produzione del libro; seguendo il percorso della storia
delle biblioteche e degli archivi. Alla fine, qualunque direzione abbia scelto, avrà raccolto
una serie di informazioni bibliografiche che aprono le porte per ogni singola ricerca in
questo settore. Così, chi entra in questa disciplina come un profano è in grado di andare
avanti da solo come chi è esperto. Il volume esce con gli auspici dellUnione Internazionale
degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dellArte in Roma.
La prefazione è stata tradotta in inglese come prefazione alla raccolta
di saggi di L. E. BOYLE, Integral Paleography, Brepols, Turnhout, 2001, pp. XVIII+184, ill.
ISBN 2-503-51177-5
Troncarelli's presents an overview of the history and meaning of the term "palaeography,"
with particular attention to Italian and English/American views. As Troncarelli sees it
Italian scholars focus their research on the morphology of a script. Like the French, Italian
scholars are historically trained, and look towards historical reconstruction. The English and
American palaeographers are more empirical in their approaches. They go beyond the forms of
letters to consider issues from codicology to miniatures, and widen the area of research to
include epigraphy and diplomatics, and deal with the materials on which the writing appears as
well as the inks used to produce it. American and English palaeographers often work for auction
houses (like many art critics) and some are librarians. As a result many of these scholars
are interested in cataloguing, and so investigate the date, provenance, and other external
features of the manuscript book. Troncarelli points to the distinction between palaeography "in
the strict sense" which deals only with the ancient morphology of the letters
(the Italian method), and palaeography "in the wider sense" which deals with all that is
connected with writing in the past. Troncarelli is not surprised that Boyle emphasizes the
"wider sense" of palaeography, showing the subject in a fruitful dialogue with other
disciplines. He is always conscious that palaeography in its fullest expression involves an
analysis of the relations between the writer and the reader. However palaeography is viewed,
it remains a historical discipline, and, as such, has become involved in the controversy over
"quantitative" and "qualitative" analysis of the research data. Boyle's book can serve as an
instrument for showing that palaeography can be approached in many ways, and that the
discipline can help us understand the society and culture from which the writing springs.
The eight plates illustrate manuscripts of the Vatican Library from the sixth to the
thirteenth century. Although the plates are used to separate major sections of the text,
they are not mentioned in the table of contents, and do not particularly relate to the
sections that precede. The English version was an annotated bibliography, and this feature
has been carried over into the Italian version. Most of the supplementary material, however,
has not been annotated. The indexes have been corrected and updated. All major research
libraries should include this book. Boyle specifically stated that his volume was a
"working bibliography for beginners" (xiv, English; xxii, Italian). This observation seems
too modest for the amount of material and the thoughtful notes that the book contains. It
is clear throughout how much every student and scholar of palaeography owes to
Leonard Boyle.
J. W. HALPORN, in Bryn Mawr Classical Review,23/10/1999
La spada e la croce. Guillén Lombardo e l'inquisizione in Messico
Edizioni Salerno, Roma 1999, (Profili, 25), pp. 408, ill.
ISBN 88-8402-292-4
Giù la maschera, Zorro!
Personaggio letterario o eroe in carne e ossa?
In principio fu «La maledizione di Capestrano», libro che, uscito dalla penna
dello scrittore americano Johnston McCulley nel 1919, diede il via alla saga dell'eroe
mascherato. Ambientato nella California spagnola del primo '800, narrava le gesta di
Don Diego de la Vega, insospettabile proprietario di una fazenda, che una volta mascherato
si trasformava in Zorro, indomito cavaliere senza macchia e senza paura che difendeva i
più deboli combattendo contro i corrotti. Segni particolari: il vezzo di firmare con
una zeta ogni sua azione. Fin qui, l'invenzione letteraria. Pare, però, che sia stato
un personaggio reale a ispirare l'autore Ci dica un po' non so nemmeno come chiamarla chi è lei in realtà?
Hanno scritto un libro su di me, ultimamente. Uno studioso italiano - tale professor
Troncarelli - si è preso la briga di rivoltare archivi e studiare fior di documenti
inediti pur di sconvolgere ogni precedente supposizione sulla mia reale identità. E a quale conclusione è giunto l'augusto professore?
Si tenga forte: ero un massone. Anzi, ero un simbolo massonico. La zeta come simbolo,
non sarebbe affatto casuale Per i massoni, è l'abbreviazione della forma semitica «Zisa»,
cioè splendente, simbolo dell'energia vitale. Come ci sarebbe finito un simbolo massonico in un romanzo di cappa e spada?
In realtà Johnston McCulley, massone egli stesso, avrebbe tratto ispirazione
(sì, insomma, avrebbe scopiazzato qua e la ) da un libro scritto da un certo Vincente
Riva Palacio (neanche a dirlo: massone pure lui) anni prima, nel 1872. Si intitolava
«Memorie di un impostore» e vi veniva descritto, tra l'altro, un eroe messicano che
sfidava l'Inquisizione: Martin Garatuza, detto El Zorro. Un eroe da romanzo che si ispira a un altro eroe da romanzo, quindi
Non solo. Riva Palacio prese a modello per il suo personaggio William Lamport,
di origini irlandesi, realmente vissuto nel Messico del XVII secolo e morto sul
rogo nel 1659, vittima della Inquisizione. Durante la vita, si mise dalla parte degli
Indios organizzando sollevazioni di massa e sfidò gerarchie ecclesiastiche e re. Affascinante Ma finora lei ha sempre usato il condizionale. Getti la maschera: questa
storia è vera?
Pensa davvero che glielo direi? Illusa!
WILMAFLINSTONE, Lintervista impossibile, in Libero News 2000, 27 settembre 2000
Zorro from Wexford?
About a year and a half ago, a couple of newspapers
(The Times, January 29 1999; The Irish Independent, January 30th, 1999 )
devoted some space to claims that Zorro - as in 'the mark of' - was from
the south east of Ireland [ ]. Fabio Troncarelli, Professor of History at
Italy's Viterbo University, apparently found "detailed proof" in the Vatican's
Inquisition archives. He discovered that Zorro, the masked Robin Hood of Mexico
was in fact a bloke from Wexford called William Lamport. According to the Inquisition
records, Lamport born to a well-off Irish family in 1615, and educated by the Jesuits
in Dublin and London. After making himself distinctly unpopular for his anti-English
opinions, he cleared off to sea, and hooked up with some pirates. From our understanding
of Wexford during this period, meeting up with pirates would have a simple enough
matter - piracy seems to have fuelled the local economy. In his early twenties,
Lamport ended up in Spain, where he became known as 'Guillen Lombardo'. After Lamport
fought with Spain in the war against France, he came to the attention of Duke of
Olivares, chief minister at the court of Philip IV of Spain. He fell from grace,
and fled to Mexico after a scandal involving a Spanish noblewoman. It really was a
case of out of the frying pan, and into the fire; the Inquisition accused him of
conspiring against Spain. His alleged plans involved freeing the slaves and setting
himself up as king. After several bouts of imprisonment, they eventually toasted him
at the stake... but true to form, Lamport got the last laugh, and strangled himself
with the rope that had been used to secure him to the stake. Blather Archives, 23. 10. 2002.
Traduzione in Francese
Guillén Lombardo le rebelle. La légende de Zorro L'Inquisition au Mexique au XVIIème siècle
PRIVAT EDITIONS, Toulouse, Date de Parution : 09/05/2001, pp. 460
ISBN : 2708956043
Zorro est arrivé
Cest au prix de minutieuses études dans les archives que lauteur est arrivé
à reconstituer la vie de William Lamport. Cet Irlandais, arrivé au Mexique en 1640,
y sera connu sous le nom de Guillén Lombardo. Séduit par les cultures indigènes, il
est révolté par les exactions quinfligent les envahisseurs espagnols aux Indiens et
aux Noirs réduits en esclavage. Lombardo projette dorganiser un soulèvement populaire
et de placer à la tête du Mexique un dirigeant élu par le peuple. Ses projets seront
brisés et lInquisition le fera mettre à mort. Cest ce héros épris de justice et de
liberté qui a inspiré le fameux Zorro, mystérieux et intrépide défenseur des opprimés qui
ridiculise les représentants de lordre.
Traduzione in Spagnolo
EL MITO DEL ZORRO Y INQUISICION EN MEXICO
Editorial Milenio, Lleida (Collecció Alfa),
pp. 320, Publicat 25/11/2003
ISBN 84-9743-0921
'El Zorro', antes de la máscara. Un aventurero del siglo XVII perseguido
por la Inquisición sirvió de modelo al personale
Justiciero, insolente, aristócrata aburrido y hábil espadachín:
así fue 'El Zorro' que cabalgaba por los libros de Johnston McCulley,
el escritor que dio vida al personaje luego llevado al cine. Según Fabio
Troncarelli, profesor de la Universidad de Viterbo (Italia), el autor de la serie se
inspiró en la biografía de un iluminado del siglo XVII, a quien persiguió la Inquisición
por querer liberar a los indígenas mexicanos del yugo de los colonizadores. Troncarelli
asegura, en su obra 'El mito del 'Zorro' y la Inquisición en México' (Milenio) que la
clave está en la masonería. McCulley era un masón aficionado a la novela histórica,
que se encontró con un libro de otro asiduo a las logias secretas, el general mexicano
Vicente Riva Palacio. El militar, al que llamaban 'El devorador de curas', desempolvó
la figura de un extraño irlandés, ferviente católico, que organizó una insurrección
para liberar a los indios y esclavos, con quienes pretendía vivir en régimen de igualdad.
El irlandés se llamaba William Lamport y españolizó su nombre por el de Guillén Lombardo.
Como 'El Zorro', tenía una doble vida, amaba los disfraces y le movía su sed de justicia.
Riva de Palacio se basó en él para escribir 'Memorias de un impostor. Don Guillén de
Lampart, Rey de México'. Según Troncarelli, McCulley «plagió» al general [ ]Guillén
Lombardo pasó a la fantasía popular como el héroe que desafió a la Inquisición.
Riva Palacio desenterró dos siglos más tarde la historia de este hombre, aprovechada
por el escritor Johnston McCulley. Había nacido 'El Zorro', con su 'Z' característica,
una letra que para los masones simboliza al hombre de genio capaz de las más nobles
tareas.Otro masón, el actor Douglas Fairbanks, maestro de la logia de Beverly Hills,
se fijó en el personaje y presionó a los productores para llevarlo al cine.
Luego vendrían Tyrone Power y Antonio Banderas. I. ESTEBAN , in « Idealdigital » , dicembre 2003
Su questo argomento sono usciti numerosi articoli: vedi ad esempio: R. OWEN,
Inquisition unmasks Zorro as Irishman, The Times, 29 /1/1999;C. MEDAIL, Zorro,
la leggenda massonica ispirata a un avventuriero del Seicento, in Il Corriere della sera,
23/11/1999, p. 33; E. JULIANA, El Zorro fue masón, in LA VANGUARDIA, 28/11/ 99, p. 56;
G. CASSIERI, Il vero Zorro? Un irlandese del '600 in Messico re degli Indios, arso sul rogo
dell'Inquisizione, in La Stampa, 24/12/1999, Tuttolibri - Le recensioni, p. 5; D. MATELLI,
Spada, compasso e grembiulino, in LEspresso, 6/1/2000, pp. 12-125.
Vedi anche: F. TRONCARELLI , The man behind the mask of Zorro: William Lamport of Wexford,
in History Ireland, 9, 3, Autumn 2001.
2001
AA. VV. Roma, Memoria e oblio
Presentazione e cura di Fabio Troncarelli
TIELLEMEDIA Editore, Roma 2001, pp. 335, ill.
Lindagine di Troncarelli si sviluppa sul tema dello scontro-incontro
tra ufficialità e quotidianità, luce della rinomanza e buio dellinsignificanza,
culture eterogenee che talora si osteggiano e spesso si ignorano. La sua chiave di
lettura è la contraddizione sociale e culturale, lambiguità delle posizioni e delle idee;
Roma gli appare sintesi di contrasti ed opposizioni: è la città bifronte. Troncarelli si libra
in un ampio volo su un intrico di casi, di personaggi, di problemi e percepisce la storia come un
urtarsi di flutti tempestosi sotto i quali fluisce una sottile vena sotterranea, corrosiva nella
sua silenziosa discrezione.Il volume nel suo svolgersi appare come un rapido susseguirsi di aperture
panoramiche su quella città che, nella sua sottile e misteriosa forza suggestiva, è unica al mondo.
Non ha la pretesa di esaurire un tema inesauribile; mira soltanto a porgere scampoli prospettici che,
con quello che mostrano, richiamano a quello che esce fuori dalla sua cornice; sono bagliori settoriali
ma vividi, che si compongono in una sintesi che fa sentire lanima di una città che è una civiltà.
Il volume tipograficamente spira una signorile eleganza, ma soprattutto risplende per la ricchezza di
illustrazioni, pitture e specialmente miniature scelte con un gusto esigente e riprodotte con raffinata
efficienza. È unopera insieme scrupolosa nel suo rigore erudito ed ariosa nella sua offerta culturale.
F. TRISOGLIO, in Latomus, 2002
Zorro
L'Epos, Palermo, 2001, pp. 161, ill.
ISBN 88-8302-182-7
Come nasce un mito nel mondo moderno? Si direbbe
che il sistema delle comunicazioni di massa imponga solo miti
superficiali. Ma cosa succede se l'eroe della carta stampata e
della celluloide è un fuorilegge, un ribelle, e la sua causa è una
causa rivoluzionaria? La storia di Zorro rappresenta un esempio
interessante per capire come funziona il rapporto tra autore e pubblico
nell'epoca delle comunicazioni di massa.
O herói Zorro era maçon
A relação entre Zorro e a maçonaria é um dado totalmente
inédito. Segundo Troncarelli, Johnston McCulley, o inventor
de Zorro, se afiliou à confraria de maçons e, para criar seu
personagem, se inspirou nas novelas de outro companheiro maçon,
Vicente Riva Palacio.
Se descobre assim de acordo com o historiador italiano
que a letra Z é apenas um símbolo que, inscrito no pentagrama,
representa, para os maçons, força moral e honradez. Apesar das aparências,
Zorro não é simplesmente um homem de ação, mas também um herói que recorre à
força para afirmar a cultura e a sabedoria, afirma Troncarelli
[ ] Segundo o historiador italiano, o sucesso do personagem não se deve
apenas às suas proezas, mas também porque ocupou o vazio deixado por Pancho
Villa, personagem muito amado pelos espectadores norte-americanos, morto abruptamente.
O Zorro evocava, assim, o mito da revolução mexicana, que ocorreu entre
1914 e 1916, e foi um verdadeiro acontecimento para a mídia.
Redação Com Ansa, Brasília, quarta-feira, 27 de junho de 2001
2002
Francis Drake. La pirateria inglese nell'età di Elisabetta
Edizioni Salerno, Roma, (Profili, 30) 2002, pp. 348, ill.
ISBN 88-8402-366-1
Drake era un pirata, ma un "pirata elisabettiano": un eroe avventuroso,
un soldato imbattibile, un navigatore glorioso; eppure la sua esistenza
individuale è inconsistente, priva di effetti e di affetti. Per Lope de Vega
è l'uomo al cui "passaggio tremava il profondo mare", ma anche il nemico del
cattolicesimo che i diavoli gettano nel "più profondo inferno". Qualunque tipo
d'uomo fosse stato, divenne un mito per l'Inghilterra: il suo tamburo, conservato
a Plymouth, è diventato il simbolo dell'orgoglio nazionale britannico e, come vuole
la leggenda, ogni volta che i nemici del regno si affacciano sui mari, il vecchio
pirata suona il tamburo per chiamare gli inglesi a raccolta.
Drake, il pirata di Sua Maestà
Tra i corsari della storia della marineria Francis
Drake (1540-1596) è forse il personaggio più celebre e ricordato.
Il suo destino si intrecciò con quello della Corona di Inghilterra,
negli anni della grande Elisabetta, quando ottenne incarichi ufficiali
di sabotaggio alle navi spagnole. Il ruolo avuto nella sconfitta dell'Invincibile
Armada (1588) fu soltanto il più noto tra i suoi atti di pirateria "autorizzata".
Nel 1587 aveva già realizzato un'impresa estrema e rischiosa con l'attacco e la
distruzione della flotta di Cadice, ma fin dal 1585 il suo nome era passato di
bocca in bocca per il saccheggio, da lui compiuto, di quello che veniva considerato
il "gioiello dell'impero spagnolo", Santo Domingo. Eppure la figura di Drake,
nonostante il profilo esatto e uniforme, nonostante il suo stare al centro dei
riflettori della storia, viene spesso restituita in modo parziale e incompleto
come quella di un uomo tutto d'un pezzo e senza scrupoli, grande marinaio e grande
calcolatore. Di fatto il suo mito è molto più articolato e complesso, segnato da
chiaroscuri e linee d'ombra che ne complicano la personalità.
Il libro di Fabio Troncarelli, Francis Drake, da poco uscito per
la Salerno Editrice, tenta allora di scavare il retroterra di questo mito,
analizzando non solo le vicende più conosciute della sua vita, ma anche la sua
infanzia, le origini della famiglia, gli ultimi difficili anni prima della morte.
Il ritratto che viene fuori da questa indagine è quella di un individuo dalle forti
ambizioni sociali, spinto da un'urgenza di risollevare la sua condizione plebea attraverso
un'esistenza vissuta senza respiro e senza radici. La sua immagine appare quella di un
uomo ambiguo, ad un tempo pirata crudele ed ufficiale di Sua Maestà; ma anche quella
di un essere irrisolto, insoddisfatto, lacerato dalla "tragedia del proprio narcisismo":
«fu un uomo di successi; ma conobbe molti insuccessi. Fu un combattente;
ma perse molte battaglie».
Il libro è corredato da cartine topografiche e illustrazioni. In appendice una
ricca bibliografia.
G. NISINI, in Vivere il mare, Novembre 2002
Vedi anche : B. BINI in Il Sole - 24 Ore, 4/8/2002, p. 29; G.
Cassieri in La stampa del 4/5/2002, p. 4
Gioacchino da Fiore. La vita, il pensiero, le parole
Città Nuova, Roma, 2002, pp. 112, ill.
ISBN 88-344-534-4
Monaco, fondatore del monastero di San Giovanni in Fiore, cantore della
rivelazione della Trinità nella storia, teologo della speranza e autore di
profezie che affascinarono i suoi contemporanei e sono tuttora oggetto di interesse
degli storici, Gioacchino da Fiore (1135-1202) è stato un grande testimone del suo
tempo. Figlio di un notaio, intraprende gli studi per seguire la carriera paterna,
ma in seguito ad un viaggio in Terrasanta, intorno al 1167, rinuncia a ricchezze ed onori,
abbraccia la vita monastica ed entra nellOrdine cisterciense. Dopo diverse esperienze
eremitiche, fonda una sua congregazione, lOrdine dei Florensi, di cui vedrà riconosciuti
gli statuti nel 1196.
2003
AA. VV., La città degli angeli
Ideazione e cura della mostra La città degli angeli.
E autore di numerose schede del catalogo della mostra e
del saggio introduttivo: Il sole della giustizia. Gioacchino
da Fiore e letà nuova dellEuropa, in La città degli angeli.
Profezia e speranza del futuro tra Medioevo e Rinascimento, Firenze,
Ermes, 2003, pp. 16-91
Ermes, Firenze, 2003, pp. 190, ill.
Gioacchino da Fiore, il grande pensatore escatologico nato alle
soglie dell'Anno Mille e cento, in Calabria ha permeato tutto il medioevo,
ed anche l'epoca umanistica, con il suo messaggio d'utopia e di condanna della
corruzione della Chiesa (cosa che gli è costata l´essere considerato sempre in
odore d'eresia). Quasi un antenato di Hus e di Lutero, che auspicava ed era convinto
anzi dell'avvento d'un'epoca Nuova, l'Età dello Spirito Santo. In cui gli uomini,
liberati dalla brama del potere e trasformati in soffici angeli sulla terra,
avrebbero mutato le sorti della Storia, avviandosi verso la luce della Gerusalemme
Celeste. Questa stimolante mostra, sia pure realizzata con consapevole economia,
nell'elegante Biblioteca Casanatense e curata da un esperto come Fabio Troncarelli,
pascolando tra codici miniati, libri a stampa ed incisioni, studia il messaggio
gioachimita e la sua ramificazione, che giunge sino a San Bonaventura e Raimondo
Lullo, Dante e Petrarca, incontrando Profeti e Sibille (che più che predire il
futuro svelavano le arcane verità) ed addentrandosi nella foresta illustrata di
figure emblematiche. Come il Drago dell'Apocalisse, la Ruota di Ezechiele e i tre
cerchi incantenati della Trinità, che ritroviamo pure nella Divina Commedia. La Stampa, 15/3/2003
Un guscio di noce
Robin, Roma, 2003 (Serie Nera, 38), pp. 242
ISBN 88-7371-027-1
ROMANZO
Guido, dopo una vita raminga e avventurosa, a cinquant'anni diventa conduttore di una
radio privata d'infimo livello. In breve è una star, grazie alle lunghe discussioni in
diretta con i suoi giovanissimi ascoltatori. Ritrova anche Claudia, la ragazza amata e
perduta dieci anni prima. Tutto gira a meraviglia, quando una voce misteriosa, attraverso
la radio, annuncia terribili delitti. Sembrerebbe il solito mitomane, ma Roma si ritrova
presto disseminata di cadaveri orribilmente sfigurati. La radio viene chiusa dalla polizia e
Guido si ritrova solo, perché anche Claudia scompare, forse dopo aver ucciso l'ex-marito.
Il romanzo Un guscio di Noce è stato finalista del "Premio Feronia" 2004
Cara bambina mia che una mattina
di pioggia a giugno, di ricordi avara
ma non amara, sporca di farina
gridi : Mangio la luce!, io di sfuggita
spiando mi domando se sei ignara
di tutto o se hai la luna tra le dita.
La luce del tempo
Lepisma, Roma, 2003 (La cicala, 4), pp. 112
ISBN 88-7537-013-3
POESIE
Il libro La luce del tempo ha vinto il "Premio Terre Rosse" 2004.
Un libro tutto proteso verso il futuro proprio perché profondamente legato al passato;
un libro in cui la vita ha largo spazio proprio perché sa diventare anche voce del sogno,
immagine dellinvisibile volto del divenire.